IL CLORO E I DISINFETTANTI
Il cloro è uno dei disinfettanti il più ampiamente usati. È ben applicabile e molto efficace per la disattivazione dei microorganismi patogeni. Esso può essere applicato, misurato e controllato facilmente. È piuttosto persistente e relativamente economico.
Il cloro è stato usato in varie applicazioni, come la disattivazione degli agenti patogeni nell'acqua potabile, nell'acqua delle piscine ed in acqua reflua, per la disinfezione delle aree residenziali e per il candeggiamento dei tessuti, da più di duecento anni. Quando il cloro fu scoperto non si era a conoscenza che le malattie erano causate dai microorganismi. Nel diciannovesimo secolo i medici e gli scienziati scoprirono che molte malattie sono contagiose e che la diffusione della malattia può essere evitata tramite la disinfezione di parti degli ospedali. Subito in seguito, incominciammo a sperimentare il cloro come disinfettante. Nel 1835 il medico e scrittore Oliver Wendel Holmes consigliò alle ostetriche di lavarsi le mani con ipoclorito di calcio (Ca(ClO)2-4H2O) per impedire una diffusione della febbre delle ostetriche.
Comunque cominciammo ad usare il cloro come disinfettante su più larga scala nel diciannovesimo secolo, dopo che Louis Pasteur scoprì che i microorganismi diffondevano determinate malattie.
Il cloro ha svolto un ruolo importante nella speranza di vita degli esseri umani.
Come funziona la disinfezione tramite cloro?
Il cloro uccide gli agenti patogeni come batteri e virus rompendo i legami chimici delle loro molecole. Quando microrganismi, batteri o enzimi entrano in contatto con il cloro, uno o più atomi della molecole di idrogeno sono sostituiti dal cloro. Ciò provoca la deformazione o il deterioramento di intere molecole, che, non funzionando correttamente, provocano la more della cellula o del batterio.
Il Cloro per rendere potabile l'acqua
L’introduzione del cloro per la potabilizzazione delle acque rappresentò agli inizi del ‘900 un importante passo avanti nella soluzione del problema dell’approvvigionamento idrico e della qualità dell’acqua, aiutando a sconfiggere malattie batteriche e virali come il colera, il tifo e la dissenteria. Il cloro diventò così il disinfettante per l’acqua potabile più comune e prevenire la trasmissione di malattie attraverso la pelle o l’ingestione.
Una scoperta che ai tempi rivoluzionò anche la vita delle persone, che finalmente poterono contare su un’acqua sicura e più facilmente disponibile. La disinfezione per clorazione dell’acqua ancora oggi è uno dei metodi utilizzati nel processo di potabilizzazione e nelle piscine.
Col tempo però divenne evidente come le concentrazioni dei cloruri nell’acqua dovevano essere controllate, per non condizionare negativamente la salute della popolazione e quindi vennero stabiliti limiti e quantitativi consigliati. L’attuale legge italiana (Decreto Legislativo 31/2001), creata sulle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, contiene anche valori parametro per il cloro. Nello specifico i valori stabiliscono i limiti delle concentrazioni di cloro e di alcuni suoi derivati considerate entro livelli sicuri per l’uomo e che quindi fanno da riferimento per il controllo delle analisi e delle caratteristiche dell’acqua potabile.
Il Cloro per la disinfezione delle piscine
L'acido ipocloroso (HOCl, che è elettricamente neutro) e gli ioni ipoclorito (OCl-, elettricamente negativi) formano cloro libero quando legati insieme, realizzando la disinfezione
Quando entrando in piscina e si avverte il caratteristico, pungente odore di cloro, si tende a pensare che sia sgradevole, ma utile a disinfettare l’acqua.
Tuttavia, secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) statunitense non ci si dovrebbe rincuorare troppo quando si sente quell’odore acre. Si tratterebbe infatti non tanto del disinfettante in sé, quanto piuttosto di una reazione tra il cloro e… i residui umani. Urina, sudore, cellule epiteliali, prodotti per la pelle si combinano infatti con il cloro, diventando cloramina, composto chimico che si libra nell’aria allo stato gassoso.
La disinfezione delle acque reflue
ll cloro serve per eliminare i microrganismi patogeni e i parassiti dalle acque contaminate, già sottoposte ai trattamenti secondari.
Ormai da lunga data, fra i processi di disinfezione utilizzabili per le acque (che può avvenire ad esempio attraverso cloro e suoi composti, bromo, ozono, raggi ultravioletti, sali d'argento o radiazioni ionizzanti) specificatamente per le acque di rifiuto si è imposto l'uso del cloro e suoi composti, sia per la sua efficacia, ma soprattutto per la sua economicità, che risulta particolarmente apprezzabile nei trattamenti delle acque di rifiuto, dati gli elevati quantitativi di disinfettante occorrenti.
I metodi comunemente utilizzati per la disinfezione dell'acqua prevedono l'aggiunta di ossidanti quali il biossido di cloro (ClO2), il cloro molecolare (Cl2), l'ipoclorito di sodio (NaClO), l'ozono (O3) oppure il trattamento con raggi.
IL PRIMO DISINFETTANTE
Il brevetto del disinfettante risale al 1923 e porta la firma di un altamurano, Oronzio Denora (1899-1995). Il prodotto in questi giorni è diventato ricercatissimo.